L'AMORE NELLE POESIE SEICENTESCHE
Passiamo da una tradizione classica dove la donna viene descritta come
un angelo, qualcosa di irraggiungibile,
siamo di fronte ad un amore platonico che non vede quasi mai il suo compimento
Nel seicento approdiamo a qualcosa diverso.
La donna non è più così distante,
diventa raggiungibile e inizia ad essere trattato il tema dell'erotico.
La maggior parte delle poesie si conclude con l'atto sessuale,
spesso descritto nei più carnali dettagli
(un po' anche per contrastare e distruggere del tutto una tradizione che aveva fatto la storia.
Si pensi a Dante e Petrarca per citarne solo due)
Ad una prima lettura quindi la poesia del seicento risulta bassa, cruda, superficiale in un certo senso volgare e povera.
Ma il bello è proprio dietro alle apparenze.
Perché sì: l'uomo ricerca l'appagamento fisico eppure quando lo ottiene scopre una verità amara:
che non è comunque abbastanza.
Perché non siamo fatti solo di carne da soddisfare ma cerchiamo dell'altro
anche se a volte vogliamo far finta che non sia così.
L'amore nel seicento non viene idealizzato,
non è una forza positiva che innalza l'uomo ma una forza distruttrice
che ti mette di fronte alla triste realtà.
È un gioco egoista (a volte più una lotta cruenta) dove ognuno di noi cerca un sollievo,
una via di fuga e di appagamento nell'altro.
Cerchiamo l'altro per stare meglio.
È un gioco che non ha vincitori né vinti perché anche chi riesce a compiere l'atto sessuale
e quindi raggiungere la massima espressione dell'amore
dopo un primo momento di godimento
l'insoddisfazione riaffiora e permane.
La gente ogni tanto mi chiede perché mi sia incaponita nel studiare la storia,
la letteratura, la filosofia
ma voi non trovate sollievo
nel sapere che uomini di quattrocento anni fa avevano gli stessi esatti dubbi e problemi di noi oggi?
Il mondo evolve eppure i pensieri che ci affliggono e le domande a cui non abbiamo risposte restano sempre le stesse.
A me questo fa sentire meno sola e meno sbagliata, a voi no?
Ecco perché amo la storia e in particolare l'antica Roma, perché è molto più attuale di quello che si potrebbe pensare. Una domanda: che corso stavi seguendo quando hai fatto questa riflessione?
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