AGOGEPARK

Quello che vedete nell'immagine 
è il luogo dove mi alleno, 
si trova ad Abano Terme 
e si chiama AGOGEPARK

Questo campo esiste da poco più di un anno e io ci ho messo piede la prima volta in autunno per una gara. Per comodità ho iniziato a venire ad allenarmi qui, tre sere a settimana. 
Non conoscevo nessuno, alcune persone le avevo intraviste ad eventi 
ma essendo inizialmente un po' timida ci avevo scambiato solo qualche parola di circostanza.

LO SPORT

Ho iniziato ad allenarmi all'AGOGE per una serie di motivi: 
avevo dovuto lasciare lo sport che facevo prima, e avevo da poco conosciuto le OCR 
(corse con superamento di ostacoli)
Lo sport mi sembrava intrigante, originale, dinamico, sconosciuto ai più 
e avevo deciso di mettermi in gioco
Mi ero resa conto di aver paura di arrampicarmi, di restare appesa 
e quale miglior modo di superare le nostre paure se non affrontandole? 
Poi tutto questo si combinava alla corsa che è stato il mio primo e grande amore.

Non saprei dire se avessi aspettative quando ho iniziato ad allenarmi qui: probabilmente si, 
speravo di diventare più forte, di migliorarmi esteticamente, di rimettermi in forma...
Più o meno quello che vogliamo tutti quando cominciamo ad allenaci no?
Direi che le aspettative erano queste, nulla di più.
E poi è successo qualcosa di magnifico, in cui non avevo nemmeno sperato.

UNA FAMIGLIA


Non saprei dirlo con altre parole: ho trovato una famiglia. 
Non saprei raccontare come è successo: un giorno alla volta, 
allenamento dopo allenamento, 
una doccia dopo l'altra. 
Una chiacchierata mentre si tornava alla macchina. 
Una birra nel bar accanto al campo, 
un passaggio, 
una trasferta per andare ad una gara. 
Un abbraccio nei giorni più difficili, 
una mano per superare un ostacolo particolarmente ostico, 
un consiglio, un incitamento durante la salita...

E' stata una somma di piccolissime cose e lì per lì non me ne sono accorta subito, 
forse inizialmente non ci avevo nemmeno dato peso. 
Se sono qui oggi, a scrivere quello che penso è perché un amico quest'inverno mi ha confessato che non era proprio un'idea così stupida crearsi un blog e dire ad alta voce quello che pensavo. 
Amico conosciuto, indovinate un po' dove?!

Se sono qui oggi lo devo a tutte le persone con cui ho condiviso un allenamento
una chiacchiera, un sorriso nell'ultimo anno. 
Quando sono arrivata all'AGOGE ero alienata, sofferente
speravo di seminare i miei problemi li ad Abano tra un muro e un equilibrio
Era il massimo a cui ambivo: trovare qualche momento di sollievo dall'essere me stessa 
e invece sono rinata e ho iniziato ad amarmi per quello che ero, finalmente
Ho avuto la conferma che famiglia è l'insieme delle persone di cui ti circondi e non ha niente a che fare con l'ambiente in cui nasci o cresci.

PARTE DI QUALCOSA 

Da brava persona solitaria ho sempre praticato sport individuali. 
Convinta che lo sport fosse questo: 
una sfida tra se stessi e quello che si incontra davanti, 
non ho mai prestato troppa attenzione alle persone che mi correvano accanto.
Credevo che anche le OCR fossero delle gare individuali, 
mai fatta considerazione più sbagliata...

Visivamente, e a primo impatto, potreste confondervi anche voi come ho fatto io: 
se guardate una gara di OCR vedete solo un atleta che cerca di concludere il rig
se osservate più attentamente però noterete che non è solo: 
intorno a lui c'è il suo coach e i suoi compagni di squadra che gli stanno vicino: 
lo supportano, lo spronano... 
a me questo non sembra più così tanto uno sport individuale.

Io sono sempre stata una persona molto competitiva e perfezionista, amavo il weightlifting perché era tecnica e precisione pura, un movimento perfetto, di pochi secondi, realizzato con estrema pulizia. 
Amavo questo concetto: 
sollevare un peso spropositato in maniera elegante con pochissimo sforzo apparente.


Le gare di OCR non le faccio perché sono brava, o sono portata per questo sport. 
Volete sapere perché le faccio? 
Perché sto bene nel mentre. 
Mi diverto, sorrido. 
In tutte le foto che ho alle gare io sono li che sorrido nonostante la fatica 
(e fidatevi che è tanta).
Non importa se sei un atleta agonista, se è la tua prima esperienza, 
se ti alleni da pochi mesi o se sei un amatore, 
la squadra c'è e la percepisci...
Quando facevo pesistica non sorridevo, ero sempre concentrata. 
Credevo che lo sport significasse dover eccellere, ed era quello che cercavo di fare, 
ora mi rendo conto che fare sport significa stare bene, con se stessi e con gli altri.

NATURA


Un'altra cosa che mi ha fatto innamorare dell'AGOGE è il posto: all'aperto
Abbiamo perso il contatto con la natura e non ce ne siamo nemmeno resi conto: 
passiamo tutta la giornata chiusi in una scatola che chiamiamo ufficio e poi, se siamo sportivi ci andiamo a rinchiudere in un altro locale chiamato palestra a volte persino per correre sul tapis roulant. 
Quante ore passate all'aria aperta in una giornata? 
Ci avete mai riflettuto? 
Io non molte più di voi, sapete, sto all'aperto solo quando mi alleno, 
e sinceramente lo trovo il momento più rigenerante della giornata. 
Avete mai corso sotto la pioggia con i vestiti zuppi che aderiscono al vostro corpo? So che sembra assurdo ma è liberatorio, vi consiglio di provare almeno una volta nella vita e poi fatemi sapere!

La gente ogni tanto si stupisce quando ammettiamo di allenarci fuori:
sia d'inverno che d'estate, al buio, al freddo e magari anche sotto la pioggia
Ci sporchiamo i vestiti portando a passeggio le atlas e facendo gli addominali poggiando la schiena sull'erba, abbiamo le mani costellate di calli a forza di oscillare sugli anelli e salire sulle corde. 
Abbiamo in borsa garze e connettivina per fasciarci le mani la maggior parte delle volte... 
Noi lo raccontiamo sempre sorridendo mentre le persone ci guardano sconvolti come se fossimo dei pazzi. 

ESSERCI


Ho capito anche che sport e amicizia possono fondersi in un qualcosa di potentissimo, 
questo l'ho compreso fino in fondo l'altro giorno quando Simone
il proprietario del campo, doveva costruire una nuova struttura.

I suoi amici sono stati con lui ad aiutarlo tutto il pomeriggio anche dopo che il sole era tramontato. 

Al campo, tra un ostacolo e l'altro si respirava davvero un bel clima: 
cooperazione, risate, intesa, condivisione, mi sono sentita parte di qualcosa di davvero grande.
C'è da dire che quella di ieri è stata solo l'ennesima conferma 
di ciò che avevo già sperimentato in prima persona.
Più di un mese fa durante un allenamento sono caduta in terra come una sandbag rompendomi la caviglia. 
Sono stata portata al pronto soccorso e sono stata assistita per tutto il periodo successivo senza mai sentirmi sola: mi hanno dato passaggi per farmi partecipare agli eventi, mi sono venuti a trovare, mi hanno accompagnato alle visite e mi hanno fatto sentire ancora più parte di questa grande famiglia. 
Come si può quantificare una cosa simile?

PERCHE' PROPRIO AGOGE PARK? 

Se mi venisse fatta questa domanda risponderei: per le persone
credo che il vero valore di questo posto siano le persone che ne fanno parte.
Non sono l'unica che qui ha trovato un rifugio, un luogo da cui ripartire, la possibilità per un nuovo inizio, l'occasione di mettersi in gioco, di sfidare se stessi, di divertirsi e di imparare...

Un ringraziamento va fatto a Simone, realizzando un suo sogno ha dato la possibilità a noi di trovarci.





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