CREATIVITA'


Non saprei descrivere il rumore dei sassolini che mi scricchiolavano sotto le scarpe ad ogni passo. 
Stavo camminando lentamente, sentivo i piedi sprofondare nella ghiaia, 
sentivo la pianta del piede adattarsi alla forma irregolare del suolo.
"Dove vai con quel muso lungo?
Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo che mi guarda sorridente e divertito...
"Non ho il muso..." incalzo un po' indispettita, "...è la mia faccia pensierosa" concludo.
"Quali sono i pensieri che ti affliggono allora?"

...Domanda interessante, a cosa stavo pensando realmente? 
Mi prendo un minuto buono prima di rispondere
"Che mi sento spenta, guardo se trovo della creatività: 
una volta ne avevo tantissima, poi l'ho persa. 
Magari mi è caduta qui da qualche parte" rispondo sicura di me. 
"Impossibile che tu l'abbia persa, non è una cosa che si può perdere".
"Invece si" replico,"c'era e ora non c'è più, non ci sono altre spiegazioni".
"La creatività va allenata, è una piccola fiammella dentro di noi: se la alimentiamo cresce altrimenti si assopisce e finiamo per scordarcene. Solitamente crescendo si trovano altre attività e ci si dimentica di essere sognatori; alcuni, è vero, non lo sono mai stati. 
Quelli come te soffrono perché sanno di esserlo in profondità ma si sono persi..."
 
Il mio sguardo perplesso si perde nella folta barba dell'uomo, il cranio calvo, gli occhiali troppo grandi...

"...Ti è chiaro?" mi domanda per recuperare la mia attenzione
"Devi coltivarla dentro di te non cercarla all'esterno come un qualcosa da aggiungere".
"Coltivare? E come?"
"Non posso risponderti: per ognuno è diverso, l'unica cosa che so è che bisogna partire, cominciare da qualche parte, non importa da dove..." Stava ancora parlando quando, facendo l'occhiolino e un lieve cenno del capo, si rimise in cammino lasciandomi perplessa ed indecisa sul ciglio della via.

Era un punto di vista alternativo che non avevo mai preso in considerazione, 
forse stavo realmente cercando una cosa che andava coltivata.
Se non andava trovata fuori di me non aveva molto senso continuare a camminare...
Mi guardo attorno confusa, l'abitudine mi suggeriva di andare avanti ma decisi di sedermi;
proprio lì, per terra, in mezzo al viale alberato. 

I sassi non erano per niente comodi, ma cerco di non farci caso, 
chiudo gli occhi e provo a sgombrare la testa, portando l'attenzione dentro di me. 
Da bambina ero creativa, poi è arrivata l'università, il lavoro, amicizie e luoghi diversi ed effettivamente non l'ho più coltivata, non sembrava una cosa importante da continuare a fare all'epoca. 
Non pensavo che ne avrei sentito la mancanza in questo modo...

Mentre ripercorro il mio passato guardo i sassi bianchi sotto di me, sembrano dei confetti, hanno una forma ovale quasi perfetta; sono tutti così simili che sembrano fatti con lo stampino.
Ne prendo alcuni con la mano, me li giro sul palmo, ci gioco un po'...
 sembrano proprio degli zuccherini 
mentre elaboro questo pensiero mi avvicino la mano al viso per osservarne meglio la trama e 
d'impulso me ne metto uno in bocca. 
Me lo passo tra la lingua e i denti: l'esterno è ruvido, sarà per lo strato di zucchero che lo ricopre. 
Provo a morderlo con gli incisivi ma è troppo duro, 
me lo faccio scivolare sui molari e chiudo con forza la mandibola, 
lo spacco in due e scopro con stupore che il cuore è morbido. 
La bocca viene invasa da un sapore dolce di finte fragole, come le big-babol che mangiavamo da piccoli.

  Sapevano di fragola solo perché segnalato sulla confezione altrimenti non ci saresti mai arrivato senza indicazione.

Continuo a masticare, ho male alla mascella ma cerco di non pensarci, mi concentro su quella massa croccante che un po' alla volta assume la consistenza di un classico chewing-gum
A forza di masticare l'operazione diventa sempre più automatica, 
nel giro di poco mi ritrovo a muovere la bocca freneticamente, quasi a ritmo.

Il sapore fruttato mi entra fin dentro le narici, è insopportabile ma non riesco a farne a meno.
Passano i minuti e mi rendo conto che la gomma che mi gira in bocca non ha più sapore, 
se il minuto prima avevo la bocca bagnata di succo rosa ora è secca, 
come se stessi masticando un pezzo di pongo. 
Istintivamente sputo, 
mi metto in bocca un altro sassolino, 
questa volta non ci gioco, 
lo faccio andare direttamente sui molari e lo divido in due, 
con enorme sorpresa scopro che questa volta sa di fresco, di menta

wow

Sbalordita prendo una manciata di sassi da terra, 
li guardo, e senza pensarci, li metto in bocca tutti insieme, 
mordo con foga
sento del limone, arancia..e poi BOOM 
un fuoco d'artificio che esplode
E' inebriante, eccitante, mi sento una molla in tensione, carica, come una mina pronta alla detonazione. 
La stanchezza, la pesantezza che mi portavo appresso non la percepisco più: sono leggera, veloce.
La testa inizia a correre: sogni e idee si espandono. 
Le energie che erano impiegate per razionalizzare sempre tutto si orientano altrove.

La creatività è una droga, crea dipendenza. 
Inizialmente sei diffidente, non sai come funziona, non sai come prenderla o gestirla.
Più la fomenti, più si sedimenta, si radica dentro di te, 
condizionando qualsiasi altra sfera della tua vita. 
Ti fa uscire dagli schemi.

E' come il contenitore di maionese, lo spremi ma non esce niente, 
così lo agiti con più foga e ti ritrovi nel piatto una quantità esagerata di prodotto, tutta insieme.



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