E' INUTILE SCAPPARE SE QUALCOSA CE L'HAI DENTRO

Più una persona è importante meno foto decenti avrai con lei....

E' inutile scappare se qualcosa ce l'hai dentro
Ho cercato su google quando è stato diffuso whatsapp come nuovo mezzo di interazione,
a quanto pare, nel 2009!
Aggiungiamoci un anno di bonus e mettiamo caso che io me lo sia scaricato nel 2010...
sono comunque 13 anni che ho la stessa scritta sullo stato di whatsapp!
La dicitura pre impostata Hey there, I'm using whatsapp era un po' troppo da boomer e così all'epoca decisi di sostituirla con qualcosa che mi rappresentasse o per lo meno con una verità valida per me.
E' inutile scappare se qualcosa ce l'hai dentro

Ogni tanto ci avevo pensato di cambiarla, sostituirla, aggiornarla, 
con la consapevolezza che non sarebbe servito a molto ma giusto per rinnovare un po'. 
Stesso principio per cui ogni tot si cambia l'immagine del profilo di un social network
per far sapere al mondo, e a se stessi, che si è cresciuti, che ci stiamo evolvendo. 
In fin dei conti, nel ventunesimo secolo, si deve comunicare anche tramite queste vie 
altrimenti rischi di perderti una fetta di mondo.
Eppure ogni volta che provavo a cancellare quelle semplici parole 
non me ne venivano altre con cui rimpiazzare quello spazio vuoto che mi fissava.

Non so dove l'abbia sentita questa frase, o chi l'abbia detta per primo però cavolo se ci pensate è così.
Quante volte avete cercato di scacciare un pensiero, un'ossessione, una fissazione
una passione, un sogno, un'obiettivo senza riuscirci?
Quando qualcosa è intrinseca dentro voi non potete semplicemente spostarvi per lasciarvela alle spalle. 

Se è una cosa negativa, dannosa per voi o per chi vi vuole bene ci potete lavorare, 
scavando per giungere all'origine del problema. 
Potete togliervi la scarpa e rimuovere quel sassolino che vi dava fastidio, 
ma ci vuole una certa dose di impegno.

Se invece è una cosa bella, che vi fa sentire vivi dovete seguire il vostro cuore e smetterla di ignorare i segnali che il vostro essere continua a mandarvi. 
Se una cosa è destinata a voi troverà sempre il modo di tornare in superficie, 
di emergere anche se provate a schiacciarla in basso.

Similare era anche l'espressione 
Non disperatevi per quello che poteva essere, 
non poteva essere nient'altro altrimenti lo sarebbe stato

Le parole sono diverse ma credo che il principio alla base di questa filosofia sia lo stesso. 
L'accettazione di se, di una situazione, di quello che si prova non significa rassegnarsi
L'accettazione non è esclusivamente una cosa passiva, non è un punto di arrivo ma di partenza. 
Se non siamo consapevoli di ciò che siamo, di ciò che proviamo e sentiamo 
come pensiamo di poter agire di conseguenza?

Accettarsi non significa nascondersi dietro al "Eeeh io sono fatto così. Fine"
Nella vita si cambia continuamente, il cambiamento è inevitabile 
e non è nemmeno doloroso se siamo cedevoli, arrendevoli, malleabili
L'opposizione al cambiamento invece ci snerva e ci stanca
è il voler a tutti costi tenere le cose come le abbiamo sempre conosciute che ci fa soffrire. 

Accettare anche che le cose siano andate diversamente da come avevamo immaginato 
non significa che non potranno funzionare in futuro, 
significa che in questo momento dovevano andare cosi, 
ma noi siamo liberi di riprovarci tutte le volte che ci sentiamo di farlo.




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