QUESTA XE 'A STORIA DE SIOR INTENTO
Questa xe 'a storia de sior intento
che dura molto tempo
che mai se destriga
Vutu che tea conta,
o vutu che tea diga?
Mi sono sempre chiesta come mai ai funerali difficilmente amici o parenti si pronunciassero in discorsi. Raramente c'è qualcuno che si alza dal proprio posto, avanza per la navata e si posiziona lì, in piedi, davanti a tutti, con il microfono alla bocca per proferire parola.
Poi ho capito: è per l'assenza di tempo che trascorre dall'evento a questo momento;
anche perché non è che ti ci eri mai soffermato più di tanto su che cosa dire, eventualmente.
Il fattaccio accade, tu non fai nemmeno in tempo a razionalizzarlo, a comprenderlo, ad accettarlo, che in un battito di ciglia ti ritrovi qui, in chiesa davanti a persone, conosciute e non, e ti senti in dovere di dire qualcosa, di fare un ultimo saluto, come per mettere un punto.
Il fattaccio accade, tu non fai nemmeno in tempo a razionalizzarlo, a comprenderlo, ad accettarlo, che in un battito di ciglia ti ritrovi qui, in chiesa davanti a persone, conosciute e non, e ti senti in dovere di dire qualcosa, di fare un ultimo saluto, come per mettere un punto.
Senti l'esigenza di dover prendere tu parola per primo, d'altronde se non parli tu chi dovrebbe farlo?
i giornalisti vanno ad intervistare i compaesani e si sentono sempre le stesse cose:
Era una persona per bene
L'amavano tutti
Un vero dispiacere
Le ho sempre trovate frasi fatte, poco creative e non mi capacitavo di come la gente si arrampicasse sugli specchi dicendo cose che sicuramente non pensava.
È buffo, io ora qui davanti a questo pulpito,
Era una persona per bene
L'amavano tutti
Un vero dispiacere
Le ho sempre trovate frasi fatte, poco creative e non mi capacitavo di come la gente si arrampicasse sugli specchi dicendo cose che sicuramente non pensava.
È buffo, io ora qui davanti a questo pulpito,
stavo per dire proprio queste identiche frasi, banali, scontate e asettiche.
Perché la verità è che non so che direzione prendere:
non so se raccontare un lato di quella persona che quasi nessuno di voi conosceva,
farvi vedere una sfaccettatura di cui non vi eravate mai accorti;
oppure racimolare solo i bei ricordi,
mettendo insieme i pezzi positivi cercando di comporre un puzzle con solo tessere con le teste.
Ne uscirebbe una versione storpiata, decisamente esagerata e anche poco credibile;
Ne uscirebbe una versione storpiata, decisamente esagerata e anche poco credibile;
sarebbe evidente che qualcosa non torna... o no?
Cosa si fa? Siamo tutti consapevoli che le persone non sono fatte solo di pregi, che sussistono dei lati oscuri, più o meno ingombranti. Il punto è: si tralasciano? Si manda giù il boccone,
Cosa si fa? Siamo tutti consapevoli che le persone non sono fatte solo di pregi, che sussistono dei lati oscuri, più o meno ingombranti. Il punto è: si tralasciano? Si manda giù il boccone,
si fa un sorriso un po' forzato e si cerca di abbellire la persona o si può essere sinceri?
Arrivata a questo punto del discorso pensavo che avrei avuto un'illuminazione, su cosa dire,
se buttare fuori il retro della medaglia, calcando la mano sugli aspetti più miseri della persona (togliendomi quel sassolino dalla scarpa, al quale ormai ero abituata)
o tralasciare, lasciando a voi (e a me) un'immagine positiva ma fallace della persona.
Ho sempre pensato che quando si racconta solo una parte della storia sia perché in parte vogliamo fare credere di aver perdonato. Parlandone bene a voce alta, davanti a tutti, magari riusciamo a convincere gli altri e noi stessi che va bene così, che l'abbiamo superata,
che non è più un problema, che tutto sommato era davvero una brava persona.
Anzi magari pure maledicendoci per non aver perdonato quando era ancora in vita,
per non aver dato una possibilità in più a quella persona di riavvicinarsi,
per non aver fatto noi quel passo in più.
Perché siamo rimasti fermi ad aspettare un gesto da quella persona
quando potevamo mettere da parte il rancore e perdonare veramente?
Ma si può perdonare qualcuno che non è pentito di quello che ha fatto?
Ma si può perdonare qualcuno che non è pentito di quello che ha fatto?
Che anzi nemmeno è consapevole di averci fatto soffrire?
Voi l'avete mai detto quanto vi pesa, quanto vi ha fatto male?
Che poi quanto conosciamo dell'altro?
Che poi quanto conosciamo dell'altro?
Mi sono resa conto che non si finisce mai di scoprire le persone.
Certo il passato non emerge da solo, spesso si deve chiedere ma soprattutto ascoltare.
Se una persona vi ha fatto soffrire capisco la difficoltà di mettersi in ascolto per capire da dove provenga la motivazione dietro a certi comportamenti (che fidatevi c'è).
Eppure quando si riesce a fare ci si rende conto che non conoscevamo tutto di chi ci stava accanto.
Ma questo è sufficiente per perdonare?
Arrivata a questo punto del discorso pensavo che avrei avuto un illuminazione, su cosa dire,
se buttare fuori il retro della medaglia, calcando la mano sugli aspetti più miseri della persona
o tralasciare, lasciando a voi un'immagine positiva ma fallace della persona....
Ho sempre pensato che quando si racconta solo una parte della storia sia perché in parte vogliamo fare credere di aver perdonato. Parlandone bene a voce alta, davanti a tutti, magari riusciamo a convincere gli altri e noi stessi che va bene così, che l'abbiamo superata,
che non è più un problema, che tutto sommato era davvero una brava persona.
Anzi magari pure maledicendoci per non aver perdonato quando era ancora in vita,
per non aver dato una possibilità in più a quella persona di riavvicinarsi,
per non aver fatto noi quel passo in più....
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