UNA PATINA DI STANCHEZZA
Oggi sono riuscita a mettere a fuoco un po' come mi sento.
Mi sono svegliata che non ero particolarmente entusiasta,
reduce da una notte a combattere pensieri negativi che si sono voluti insediare con prepotenza tra i miei sogni.
Dopo colazione e dopo aver fatto delle telefonate di rito per spostare delle visite che cozzavano con gli orari di lavoro non ho avuto niente di meglio da fare che tornarmene a letto.
Ho dormito fino a mezzogiorno, mi sono alzata, ho aspettato di consumare il pranzo e poi sono tornata a dormire fino alle 16 circa quando una telefonata mi ha svegliato.
Mi sento stanca, è per questo che dormo.
Lunedì dovrei iniziare un nuovo lavoro e la cosa che mi spaventa di più è il sentirmi stanca.
In questi ultimi giorni di disoccupazione ne sto approfittando per riposarmi nella speranza che le ore di sonno si possano accumulare in anticipo per poi spenderle quando ne abbiamo più bisogno ma non sono molto sicura che la biologia funzioni così.
Mi sento avvolta da una patina di stanchezza che non sparisce con le meritate otto ore di sonno che mi concedo tutte le notti.
Non so se sia perché nell'ultimo anno ho rallentato i ritmi rispetto alla frenesia a cui siamo abituati.
Mi sono concessa il lusso di prendermi del tempo e ora l'idea di rimettermi in moto mi spaventa.
Ho paura di finire il turno di lavoro e sentirmi esausta,
di non riuscire a coltivare le mie passioni perché non avrò più energie,
ho paura di posticipare la sveglia all'infinito perché troppo stanca per alzarmi dal letto.
Ho paura di addormentarmi mentre consumo la cena e di rinunciare alle occasioni sociali per riposarmi.
Mi spaventa questo del nuovo lavoro,
non l'idea di non essere all'altezza, di non saper fare le cose, le colleghe o qualsiasi altra paura plausibile.
Ho paura di sentirmi stanca, di pensare unicamente al momento in cui potrò andare a letto.
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