TRAGUARDI


Ammetto di aver cercato questa la parola sul vocabolario prima di cominciare a scrivere, 
per essere sicura di non sbagliare interpretando male un concetto così comune.
La prima definizione che mi è uscita è stata punto di arrivo di un qualcosa
In senso più figurativo il compimento dei propri desideri o delle proprie aspirazioni

Effettivamente è abbastanza esaustivo. 
Qualche giorno fa mi sono laureata
e si può tranquillamente dire che è stato un traguardo

Se dovessi ripercorrere velocemente gli ultimi otto anni della mia vita...
l'ambiente universitario non è stato male, direi però insipido, monocromatico, anafrodisiaco
Sono state pochissime le relazioni che hanno resistito nel corso degli anni.
Come di consueto, la maggior parte di esse è stata di passaggio,
nonostante da liceale sperassi che all'università sarebbe stato diverso.

E' stato un percorso sofferto e difficile,
Non tanto il percorso di studi in se, 
se fai qualcosa che ti piace non è un peso, e a me studiare non è mai pesato
ma per tutto il contorno, 
per la mia continua sensazione di non essere all'altezza, di non farcela. 

Vorrei poter tornare indietro e andare a cercarmi nel passato 
solo per sussurrarmi all'orecchio di non mollare, di continuare 
perché alla linea del traguardo, tanto agognata, ci sarei arrivata
anche se in ritardo e un po acciaccata.
Ma non posso tornare indietro...
l'unica cosa che posso fare è sussurrarmelo adesso, 
tra me e me per le sfide future. 

Laurearsi era davvero uno scoglio insormontabile 
e ripeto non per il percorso universitario in sè
ma perché è stato come correre una maratona mentre ti sfaldi, 
sei li che ti tieni, che ti stringi abbracciandoti con le mani
cercando di arrivare alla fine con gli organi collegati tra loro 
mentre semini per strada pezzi di te.
Con scarpe inadatte, 
con vestiti non consoni, 
con gli occhiali che scivolano giù dal naso sudato, 
con ciocche di capelli che si intromettono e non ti fanno vedere la strada, 
con i kg di troppo che ti fanno sentire pesante, lenta
con fitte alla milza per lo sforzo continuo senza soste
sono stati 42km e 195mt corsi così.

Non sono stati otto anni drammatici come sembra eh!
Ho chiuso una relazione quinquennale, 
ho ferito delle persone che non se lo meritavano, 
mi sono innamorata, 
mi sono trasferita, 
sono andata a convivere, 
ho fatto la patente della moto, 
ho comprato una moto, 
ho sperimentato l'amore, 
ho cambiato sport e scoperto nuove passioni. 
Ho vissuto da sola, 
ho combattuto per quello in cui credevo,
ho perso,
ho sognato, 
sono stata delusa, 
ho viaggiato tanto, 
ho guadagnato e speso tanti soldi.

Sono stati anni davvero intensi, vissuti al massimo
ma la laurea è sempre stato un punto di arrivo.
Credo influisca il fatto che mio fratello non si sia mai laureato, 
una parte di me ha ricercato l'approvazione, 
la stima della mia famiglia.
Volevo dimostrare di essere all'altezza, non solo a me ma anche a loro, 
Lo so che razionalmente non ha senso, 
quindi non chiedetemi il perché dato che non ho idea di come funzioni il nostro cervello.

L'ho davvero già realizzato?
Mentre scrivo sono qui, 
sto facendo la magnetoterapia alla povera caviglia,
i miei amici dovrebbero arrivare a breve per i festeggiamenti,
la corona è lì, in bella vista....

Alla triennale non ho festeggiato per due motivi: non mi sentivo di avere amici 
e non mi sembrava di aver raggiunto un traguardo ma solo di essere arrivata a metà.
Di aver raggiunto un checkpoint
come nei giochi, 
quando sai che se muori riparti da quel punto e non più dalla linea di partenza...

Quando mi sono laureata a febbraio 2019 non stavo bene
era un periodo buio,
la depressione mi sovrastava,
era radicata nelle ossa 
e questo si percepiva dalle smorfie sulle foto al posto dei sorrisi.
Ero spaccata dentro.
Ora non lo sono più
dalle foto si percepisce serenità, pace.
Ho rimesso insieme la maggior parte dei pezzi.
Mi sento radiosa, lucente, connessa...
(nonostante il piede rotto e la paura costante di rimanere zoppa)





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