ZAPPING

"Passaggio continuo e frenetico da un canale televisivo all'altro mediante il telecomando"

Questa è la definizione che trovate sul dizionario:

attività che sta spopolando da più di un decennio ormai!

Io faccio zapping alla radio,

faccio zapping mentre guido

e provo ribrezzo verso me stessa quando noto la violenza 

con cui pesto i tasti per cambiare frequenza.

Nelle autoradio, come immagino vi siate già accorti, 

è possibile sovrascrivere le stazioni che più ci piacciono 

nei pulsanti numerati che abbiamo a disposizione.

Io mi sono scelta sei stazioni, anzi in realtà quattro 

perché i primi due tasti sono dedicati alle stazioni preferite di mamma e papà, 

rispettivamente radio birichina e radio volami nel cuore.

Il problema sapete quale è? 

Che io su quelle stazioni non ci ascolto le canzoni, 

ma ci scarico tutto il mio nervosismo.

Non accendo la radio per ascoltare la musica

(la sento per circa sette ore al giorno al lavoro)

la accendo per annientare i miei pensieri, 

se saltando da un canale all'altro trovo una canzone di cui conosco le parole 

mi metto a cantare a squarciagola, 

usando la mano destra come microfono e sventolando la sinistra fuori dal finestrino.

Se cantare in auto ad alta voce credo sia terapeutico per chiunque 

quello che mi fa ribrezzo è il modo, 

il modo con cui pigio il tasto 3, 4, 5, 6... 

e non trovando una canzone a me nota ricomincio, 

di nuovo dal 3

per scoprire amaramente che la tizia dentro la radio, 

che stava parlando trenta secondi fa, è ancora lì sullo stesso argomento.

Entro in loop, 

nonostante sia consapevole che le canzoni in radio siano intervallate 

da pubblicità e da discorsi di varia natura tenuti dagli speaker non mi arrendo,

continuo come una trottola a girare tutte le frequenze,

aumentando l'intensità, 

la potenza con cui presso i polpastrelli sui tasti...

a volte lo faccio quasi in apnea, 

trattengo quasi il respiro, 

finché non inciampo in un ritornello conosciuto che mi permettere di riprendere fiato.

Mi permette di riprendere fiato dai pensieri, 

pensieri che ostruiscono 

come quando versi troppo liquido dentro l'imbuto,

inevitabilmente la sostanza ristagna 

per un po' prima di poter tornare a fluire.